La Torre vicereale è da ritenersi il riferimento connotativo del paesaggio della gola nella quale si sviluppa il centro storico di Cetara. Essa ha una struttura molto articolata, frutto di una integrazione tra una torre cilindrica angioina ed una a doppia altezza vicereale. Le due costruzioni sovrapposte, però, conservano una loro leggibile autonomia. È costituita da un corpo tronco-piramidale fino alla piazza, da cui si diparte un corpo più piccolo che forma la scudatura a monte, mentre lungo il perimetro di entrambi vi è un coronamento in controscarpa. Esaminando in particolare le due componenti, per quanto riguarda la torre angioina il progetto iniziale di un sistema difensivo costiero fu concepito e sviluppato in epoca medievale durante la dominazione angioina. L’evento che provocò questa decisione fu non solo il pericolo di incursioni corsare, ma lo scoppio della guerra del Vespro (1282-1302) nella Sicilia da cui partivano vascelli carichi di armati che minacciavano i centri della Costiera Amalfitana, mettendo in pericolo gli scambi commerciali. Per questo gli Angiò ordinarono la costruzione di opere di fortificazione per segnalazioni semaforiche. La torre in seguito venne usata anche come prigione, a seguito della congiura dei Baroni del 1460: Antonello De Petruciis da Aversa, segretario di Francesco Coppola, conte di Sarno, ed Antonello S. Severino, principe di Salerno, complottarono contro il re Ferdinando I D’Aragona. In tale torre vi fu rinchiuso Don Federico, figlio del re il quale si era rifiutato di accordarsi con i congiurati.
Attualmente la struttura costituita dal complesso della originaria torre angioina e della successiva torre vicereale con i rifacimenti ottocenteschi si articola su sei livelli. La parte basamentale ha all’interno un unico vano di forma ellittica. Sono presenti tre finestre strombate, disposte ad intervalli regolari, forse aperte in epoca successiva. Questo vano si collega alla torre vicereale attraverso un corridoio servito da una rampa di sei gradini da cui si accede in un ambiente di forma rettangolare che costituisce il livello più basso. Tale locale è collegato al vano sovrastante attraverso una botola provvista di scala di legno. Il locale posto al secondo livello si presenta ancora nelle vesti originarie, anche se manomesso nelle aperture e nelle scale. Esso a sud si apre sul terrazzo di copertura della torre angioina; ad ovest su un balcone che lo collega al corpo staccato della torre con ponte levatoio; a nord, sulla parte cieca di roccia vi è una scala di accesso ai piani superiori. Il terzo livello si presenta molto più articolato con ambienti vari e numerosi; una parte di recente costruzione è posta a livello della statale. L’accesso alla strada è garantito da una grande apertura chiusa da un portone. Il quarto livello è attualmente servito da una scala, con l’accesso anche dall’esterno mediante un portoncino di legno; esso è suddiviso secondo gli schemi e gli aspetti di una civile abitazione. Il quinto livello presenta anch’esso la classica tipologia di un’unità abitativa, di dimensioni sensibilmente più modeste, mentre il sesto ed ultimo livello, si presenta, come sempre come ambienti destinati a civile abitazione, ma copre solo il 40% della superficie complessiva ed è costituito da due vani a nord-est con copertura piana e da altri accessori coperti a tetto. Su tutto il 60% residuo è stata realizzata un’ampia terrazza. Nel 2002 sono iniziati i lavori di restauro e consolidamento e finalmente dal marzo del 2011, la torre è tornata ad essere il faro e il cuore pulsante della comunità locale.
Informazioni complete su: www.torredicetara.it